In un momento in cui l’Unione europea è messa in discussione e riemerge il sovranismo, viene spontaneo rivolgere l’attenzione al Consiglio d’Europa, che è un’organizzazione internazionale intergovernativa creata all’indomani della Seconda Guerra mondiale, composta da 47 Stati membri, e i cui principali obiettivi sono la promozione della democrazia, dei diritti dell’uomo e dello stato di diritto, insieme con la ricerca di soluzioni condivise ai grandi problemi sociali europei.
Il Paesaggio dell’Europa
Tra i suoi documenti più significativi è il caso di evidenziare la Convenzione europea del Paesaggio, aperta alla firma a Firenze il 20 ottobre del 2000. La Convenzione, ad oggi ratificata da 39 Paesi membri, affronta il tema della dimensione territoriale della democrazia e dei diritti dell’uomo: le idee e i principi, si sa, hanno bisogno di gambe per camminare, ma queste a loro volte necessitano di condizioni fisiche che consentano il movimento. Dedicata esclusivamente al Paesaggio in tutte le sue accezioni, la Convenzione si applica all’intero territorio degli Stati sottoscrittori, nei suoi spazi naturali, rurali, urbani e periurbani, tenendo in uguale considerazione i paesaggi cosiddetti eccezionali così come quelli di vita quotidiana e degradati.
Gli Atelier del Consiglio d’Europa
La ventunesima Riunione sullo stato di attuazione della Convenzione si è svolta a Tropea il 3-5 ottobre scorso all’insegna del titolo: “Paesaggio e educazione”, ed è stata finalizzata a mettere in evidenzia realizzazioni e prospettive maturate su questo argomento in Europa. La specifica rilevanza dell’evento – è stato sottolineato da Maguelonne Déjeant-Pons, Segretario esecutivo della Convenzione – risiede nella delicatezza del tema scelto che richiama la responsabilità all’educazione dei bambini a quel Paesaggio di cui a loro volta essi stessi saranno tra breve responsabili. Sottoscrivendo la Convenzione gli Stati membri si sono impegnati a riconoscere l’importanza ed il ruolo del Paesaggio nell’intero iter formativo in quanto dimensione collettiva della nostra esistenza.
Le politiche paesaggistiche nazionali
Il tema delle politiche paesaggistiche nazionali è stato trattato in particolare da Roberto Banchini, Direttore del Servizio V “Tutela del Paesaggio” del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MIBAC), che ha fatto riferimento a documenti recenti in grado di riassumerlo compiutamente come il “Rapporto sullo stato delle politiche per il Paesaggio”, predisposto dall’Osservatorio nazionale per la Qualità del Paesaggio e presentato a Roma il 25-26 ottobre 2017 nel corso della presentazione degli Stati generali del Paesaggio. L’altro documento fondamentale citato è la Carta nazionale del Paesaggio presentata a Roma il 14 marzo 2018 in occasione della II Giornata nazionale del Paesaggio. La prima, che l’allora Ministro Franceschini ha voluto istituire il 14 marzo 2017, era stata occasione anche per il conferimento del Premio nazionale del Paesaggio al progetto “AgriGentium landscape regeneration” che è stato candidato al Premio europeo del Paesaggio del Consiglio d’Europa dove ha ricevuto una Menzione speciale che è stata segnalata da Labsus con un articolo pubblicato nel luglio scorso.
Le politiche paesaggistiche regionali
Il quadro delle politiche paesaggistiche delle Regioni presenti, con particolare riferimento a Calabria, Basilicata e Sicilia, ha rappresentato in modo condiviso la convinzione che il Paesaggio è un fattore di importanza strategica per lo Sviluppo sostenibile, al punto che la sua qualità è stata posta al centro di ogni politica territoriale. Per esempio in Calabria, con una legge regionale ad hoc si è posto l’accento sul problema del consumo del suolo, attuando misure e promuovendo finanziamenti con finalità di valorizzazione dei borghi insieme con le loro tradizioni culturali, per il recupero e l’insediamento di attività anche extra-turistiche.
Vi è però la consapevolezza che i principi, gli strumenti e le buone pratiche per il Paesaggio non sono sufficienti per raggiungere tali obiettivi senza il necessario coinvolgimento dei cittadini. Solo attivando le energie e le risorse civili e promuovendo un comune senso di responsabilità civica sarà possibile trasformare questo sforzo in cura e rigenerazione effettiva del Paesaggio. Bisogna quindi comunicare il ruolo del Paesaggio nella vita degli abitanti rendendoli consapevoli ed orgogliosi del valore culturale ed economico del proprio territorio: far quindi sentire il Paesaggio come un Bene comune che, se condiviso, giova ad ognuno di noi, passando dalla Bellezza trascurata alla Bellezza condivisa.
Strumenti e buone pratiche
La situazione dell’educazione al Paesaggio in Europa nelle scuole primarie e secondarie, nelle università e nella formazione permanente è stata illustrata delineando un panorama particolarmente ricco che può essere colto in modo congruo solo consultando gli Atti dell’incontro di Tropea. Nel quadro nazionale è significativo citare l’iniziativa “Raccontami un Paesaggio”, promossa dal MIBAC insieme con l’Università degli Studi di Padova. Si tratta di una ricognizione che riguarda da un lato le iniziative formative aventi come referenti docenti o operatori interessati alla materia e dall’altro i diversi progetti aventi come denominatore comune il Paesaggio come strumento in grado di favorire la condivisione delle conoscenze e delle forme educative.
L’istruzione e la conoscenza del Paesaggio consentono di stabilire un rapporto critico, condiviso e consapevole con la realtà che ci circonda e sono necessarie per diventarne partecipi: educare al Paesaggio significa educare alla cittadinanza e alla democrazia.
Come partecipare al “Premio”
È stato pubblicato dal MIBAC il Bando relativo alla VI Edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa – II Edizione del Premio nazionale del Paesaggio. Il Premio non è un’iniziativa riservata agli esperti e agli addetti ai lavori, ma è rivolta a tutti coloro che nelle più svariate forme e disponibilità si prendono cura del proprio ambiente rendendolo un Bene comune. Molto spesso in Italia assistiamo alla creazione spontanea, quasi involontaria, di Paesaggi dei diritti dell’uomo e della democrazia. Cerchiamo di farli emergere e di dar loro la dignità attraverso i riconoscimenti europei, come quello attribuito nel 2016 a LIBERA per il Progetto di Rigenerazione dei terreni confiscati alle Mafie nell’Alto Belice Corleonese.