La democrazia al centro del dibattito torinese

Non c'è cultura senza democrazia e non c'è democrazia senza cultura

Aprile 29, nasce la Biennale Democrazia

La prima edizione della Biennale della democrazia nasce a Torino nel 29 sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha tenuto per l’occasione una lezione introduttiva al Teatro Regio torinese. All’evento hanno inoltre dato il loro contributo circa 2 relatori nazionali e internazionali, partecipando a circa 12 incontri in numerose sedi della città. L’approfondimento delle tematiche è stato sviluppato sia teoricamente che in modo pratico, attraverso esperienze concrete che hanno dato la possibilità ai cittadini, soprattutto giovani, di sviluppare un’importante riflessione sul significato e il valore della democrazia. L’elemento chiave delle prima edizione è rappresentato dalla realizzazione di un’esperienza di “democrazia deliberativa”, coinvolgendo circa 7 cittadini tra Torino e Firenze, con l’obiettivo di fornire una preparazione atta a favorire una discussione informata sullo scottante tema del testamento biologico.


Aprile 211, la Biennale si rinnova

La seconda edizione invece, si ripresenta con la sfida di estendere le occasioni per una maggiore partecipazione attiva dei cittadini, ampliando l’interazione tra i linguaggi. Tutto questo attraverso laboratori, seminari e forum di approfondimento, più una nuova forma di discussione informata su un tema di attualità pubblica che quest’anno tratterà il tema del federalismo. Non solo dibattiti, ma anche arte, cinema e teatro animeranno la giornate dedicate all’evento. Grazie ai rapporti di collaborazione avviati assieme agli enti culturali torinesi, verranno realizzati appuntamenti d’arte, spettacolo e cultura all’insegna della trasversalità, tenendo però al centro il concetto di democrazia. Si potrà assistere dunque a spettacoli teatrali e performance di animazioni negli spazi più insoliti della città, oltre alle ormai classiche sedi designate ad ospitare la rassegna. Sedi che vanno dall’ormai storico quartier generale, e cioè il Teatro Carignano, al teatro Regio, teatro Gobetti e agli spazi allestiti dall’Università al cinema Massimo e palazzo Turinetti.


L’obiettivo della Biennale

Sono i giovani il vero obiettivo della manifestazione. Partendo da proposte specifiche che variano a seconda della fascia d’età, si parte infatti dai ragazzi delle elementari per arrivare agli universitari. Senza dimenticare progetti di imprenditorialità e di integrazione rivolti ai giovani immigrati, ai membri delle reti e delle associazioni. Tutto questo grazie al radicamento con le scuole e con le forme di associazionismo del territorio, che ha consentito di creare delle nuove consapevolezze sui temi della convivenza civile e democratica, dello sviluppo economico e dei valori condivisi. La conclusione di questo percorso avviato nelle scuole, si avrà con l’ospitalità di circa 5 ragazzi negli spazi del “Campus della Biennale”, dove i ragazzi vivranno momenti di partecipazione condivisa e attiva al programma. Questo sarà per loro un punto dove far nascere momenti di confronto e dialogo riguardo gli argomenti trattati all’interno della Biennale.

I punti principali dell’evento

Il programma si articola in una serie di differenti percorsi tematici. Si parte da una riflessione del significato di democrazia come “potere del popolo”, sulle sue condizioni di esercizio nel quadro delle democrazie liberali. Si parlerà in seguito delle oligarchie del potere con il trionfo della democrazia come ideale politico, cercando allo stesso tempo di tracciare una geografia del potere internazionale. Seguirà l’oligarchia del sapere, attraverso un percorso per esplorare i processi di formazione dell’opinione pubblica, partendo dal mercato dell’informazione sino alla comunicazione politica. Si toccherà il tema del denaro analizzando, da un lato, la ricchezza dei poteri criminali e dall’altro, le più recenti evoluzioni del sistema economico e finanziario globale. Tutto questo passerà attraverso le esigenze della società democratica, mettendo in chiaro quelle che sono le sue esigenze attuali, partendo dal bisogno di una democrazia ecologica per arrivare ad un mondo più sostenibile. Il tutto si chiuderà con un analisi della democrazia inserita nelle celebrazioni dei 15 anni dell’unità d’Italia.