L'evento mira ad implementare lo sviluppo di azioni concrete nel sentiero del cattolicesimo democratico e sociale

Obiettivi: elaborare proposte "coraggiose ed attuabili" e tornare protagonisti della scena politica e sociale

Recupero del concetto di “bene comune” e partecipazione intesa come “impegno attivo”. Su tali cardini si svilupperà  il convegno di Orvieto al quale prenderanno parte esponenti del mondo accademico, imprenditoriale, politico e religioso. Questa volta non ci si limiterà  alla disamina teorica della situazione attuale, ma verranno poste le basi per una rinnovata azione dei cattolici nel contesto socio-politico italiano. Scrive a riguardo l’Ufficio Studi delle Acli: “In un’ora cosìdifficile per il nostro Paese e per l’Europa servono scelte coraggiose e responsabili […] Oggi la tradizione del cattolicesimo democratico e sociale non può più contare su alcuna rendita di posizione. Va aggiornata, se vogliamo contribuire ad una politica credibile e riconoscibile come forma di servizio, se vogliamo civilizzare la politica, se vogliamo reagire al processo di degenerazione”.


In quest’ottica, agli interventi dei relatori (ricordiamo tra gli altri Paolo Acanfora, docente di storia contemporanea presso l’ateneo Iulm di Roma; Gregorio Arena, docente di Diritto amministrativo presso l’Università  di Trento; Mauro Magatti, preside della facoltà  di Sociologia all’Università  Cattolica di Milano) si affiancheranno dei veri e propri laboratori, creati con lo scopo di focalizzare l’attenzione su tematiche di stretta attualità  (lavoro, welfare, cittadinanza ed istituzioni, generatività ). In più sarà  possibile seguire i lavori del convegno, in diretta web, sul sito www.acli.it.

“Non viviamo più i tempi della gestione tranquilla di un onesto declino – afferma ancora il già  citato documento dell’Ufficio Studi Acli – Questo è il momento di assumere questioni e proposte: hic Rhodus, hic salta! Per questo proponiamo di costruire uno spazio di ricerca e innovazione, una circolazione di cultura e di opinione che entri nel tessuto ecclesiale e civile contemporaneo. Occorre moltiplicare i luoghi dove si generi pensiero in modo collettivo, corale, partecipato, plurale, aperto: un’attitudine al pensare politicamente”. Come dire: basta con le lamentele sterili, è ora di rimboccarsi le maniche!



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