Si moltiplicano le iniziative per rispondere concretamente alle molteplici richieste di aiuto createsi con la crisi da Covid19. Nascono soprattutto per venire incontro a bisogni economici e, insieme, generano un indotto positivo di fiducia, amicizia, di reciprocità: in una parola, fecondano quella solidarietà di vicinato che, a incubo finito, dovrà necessariamente essere una risorsa su cui provare a ricostruire il Paese. Quasi in contraltare di quella “distanza sociale” che, importante per tutelare dall’infezione, può però generare un altro tipo di problemi, legati alla depressione della solitudine.
Cominciamo a raccontare queste storie, a descriverne spirito e obiettivi, senza la pretesa di essere esaustivi, non si potrebbe, ma giusto per far capire quante energie questo nostro Paese ha, neppure tanto nascoste. Basta solo “liberarle” e farle circolare.
Bergamo: una iniziativa SUPER, per resistere meglio
Cominciando – e come fare altrimenti … – proprio dalla martoriata Bergamo. Operazione SUPER, e non è un vezzo fumettistico, ma l’acronimo di “Supporto Unitario Popolare e Resiliente”, un progetto senza scopo di lucro, attivo dal 27 febbraio 2020 il cui obiettivo è dare un supporto pratico alla città e alla provincia di Bergamo in questo periodo di emergenza senza precedenti. Un’iniziativa di volontariato nata dal Circolo Maite, realizzata con il supporto di Ink Club, Barrio, Club Ricreativo di Pignolo, UpperLab, casa Pacì Paciana, Arci Bergamo, La Popolare Ciclistica e con il sostegno del Comune di Bergamo.
Scrivono sulla pagina Fb: “Grazie alla risposta entusiasta di molte volontarie e volontari (oltre 110, che quotidianamente aumentano), è stato possibile creare una rete solidale di consegne a domicilio di beni di prima necessità (soprattutto cibo e medicinali) destinati a persone impossibilitate ad uscire perché anziane o in condizione di fragilità”. Come? Attivando un numero di riferimento da contattare tutti i giorni dalle 8.00 alle 20.00: 351.9379888; per farsi portare la spesa a casa o realizzare commissioni necessarie (ad es. farmaci, bombole di ossigeno, etc) con efficienza e rapidità. Il tutto realizzato velocemente (la maggior parte delle richieste viene evasa nell’arco di mezza giornata), nella massima sicurezza, con i dovuti dispositivi di protezione individuale secondo le indicazioni governative”. E, inoltre, tengono a precisare, garantendo il “coinvolgimento e la cura dei volontari/e, che sono tutti assicurati e dotati di DPI”. Ma le richieste non finisco mai, aggiungono. Perciò hanno bisogno di “fondi per poter assicurare maggiore sostenibilità al servizio”. Aumentano le difficoltà economiche degli utenti, con l’esigenza di coprire le spese vive relative al servizio di consegna dei volontari/e (tesseramento, assicurazioni, DPI, anticipi di contanti, etc). Chiedono quindi di contribuire anche con un sostegno piccolo o simbolico per dare una mano ad andare avanti finché l’emergenza non rientri: “sperando che ciò accada il prima possibile”. Associazione Maite – IBAN: IT53O0306909606100000159960 – Causale: donazione covid19
Milano: le Brigate volontarie, per le prime necessità
Sempre nella martoriata Lombardia, a Milano, sono nate le agili, concrete, combattive “Brigate volontarie per l’emergenza”, con il supporto di Emergency e del Comune, attive in tutti i municipi e che contano circa 150 persone tra volontari e coordinatori, che si occupano di consegnare a domicilio farmaci e alimenti. “All’interno del progetto – inoltre – è partita una colletta alimentare in solidarietà a chi non riesce a sopperire ai prodotti di prima necessità. Chi per questione di età (bisogna essere maggiorenni per collaborare) o è impossibilitato a partecipare direttamente al progetto “può comunque aiutare l’operato della Brigata fornendo alimenti per la colletta solidale o donando al crowdfunding online”. Il numero della Brigata Scighera di Zona 3 è 371 4365505, e per laccedere alla piattaforma per raccogliere fondi, clicca qui.
Lodi: aziende e privati per non far mancare a nessuno il cibo
Sempre nella regione con il più alto numero di contagi e decessi in Italia, a Lodi, c’è l’esperienza pluriennale del Centro di Raccolta Solidale per il diritto al cibo, che intanto, dopo poche settimane dallo scoppio dello scoppio dell’emergenza, ha fatto un primo bilancio – positivo – e rileva una grande mobilitazione su più fronti, che ha coinvolto privati e aziende. Dopo l’’appello, fatto in due direzioni: in un primo momento il ricevimento presso il CRS di “spesa” fatta da chiunque avesse voluto aggiungere alla propria spesa familiare un “sacchetto in più” (ciò è avvenuto durante il primo fine settimana di marzo quando c’era ancora la possibilità di un minimo di circolazione); in un secondo momento (quando non era più possibile circolare) il ricevimento di donazioni in denaro. Ebbene in entrambi i casi il Crs ha avuto una grande risposta dai privati, ma anche da singole aziende o gruppi che hanno accolto con generosità e velocità l’appello. Con queste donazioni sono riusciti a coprire per le prime 3 settimane del blocco il fabbisogno alimentare delle famiglie bisognose lodigiane distribuendo direttamente 562 pacchi alimentari per 14,6 tonnellate contenente cibo secco e fresco oltre a 19,3 tonnellate consegnate alla Mensa, alle Case di Accoglienza e alle Comunità. L’attività del CRS è stata garantita nel mese di emergenza di marzo dal lavoro di 4 operatori e 7 volontari che quotidianamente sono presenti al Centro per gestire il magazzino ed effettuare la distribuzione alle famiglie bisognose. Tra le rimanenze di magazzino e le donazioni in denaro il CRS riesce a dare continuità alla distribuzione di cibo ancora per tutto il mese di aprile. E dopo? Per il CRS le vie di sostegno vitale sono due: la costanza delle donazioni di cibo/denaro dei privati e il ricevimento di grosse quantità di cibo secco o fresco dalla GDO o dalle aziende. Tra le donazioni “speciali” i dirigenti del Crs segnalano, in particolar modo, “una comunità egiziana di Milano che ha donato 1,3 tonnellate di cibo, la Ferrari Formaggi di Ossago che ci ha donato 2,4 tonnellate di formaggio misto (da sottolineare la creatività dell’azienda che ha promosso l’iniziativa “Granmix sospeso” raddoppiando tutti i “sospesi” donati dalla propria clientela), la Ce.Di.Or. di Zelo Buon Persico che ha donato 2,3 tonnellate di frutta e verdura e la Ristoris di Stradella con 720 kg. Da segnalare anche il grande contributo delle aziende di Logistica: Havi Logistic e Ferrari Logistica di Massalengo oltre alla Stef di Tavazzano. Giovedì 26 u.s. abbiamo poi avuto una donazione speciale di 13.400 prodotti per l’igiene intima da parte della ditta Angelini Beauty di Milano che abbiamo utilizzato anche per la fornitura ai dormitori e docce destinate alle persone senza fissa dimora”. In conclusione, una grande mobilitazione che si augurano possa continuare per evitare di fermarsi a fine aprile quando saranno esaurite le scorte di cibo e di denaro. Per chi volesse continuare a dare un aiuto con donazioni in denaro questo è l’iban: IT10P0503420301000000004575 (intestato a Progetto Insieme e dedicato esclusivamente alla gestione del CRS).
Lonate Pozzolo: la condivisione del wi-fi, importante per gli studenti
Infine. L’hanno chiamata proprio “Solidarietà di vicinato”, la pagina del sito di Lonate Pozzolo comune in provincia di Varese di circa 12 mila abitanti. Con principi che stanno a monte delle opere di sostegno: “Nel nostro Comune – si legge nella presentazione – ci si è attivati per far in modo che questo “stare a casa” non diventi un abbandono dell’altro o un facile dimenticarsi di chi non sta vivendo l’isolamento nella migliore delle condizioni. Sono stati messi in atto, infatti, grazie alla collaborazione dell’Associazione Calluna, le iniziative di “Consegna della spesa a domicilio” per le persone over 65 senza rete familiare e “SOS stampe” per venire incontro a tutte quelle famiglie prive di stampante”. Ma non basta: ora vogliono chiedere ai cittadini “di fare un passo in più, di avere un’attenzione maggiore verso gli altri, soprattutto in questo difficile momento dove l’isolamento rischia di lasciare nella totale indifferenza chi si trova in difficoltà. Anche piccoli semplici gesti possono fare la differenza: una telefonata per sapere come va, offrirsi di uscire e fare la spesa al posto del vicino anziano, fornire informazioni utili se si conosce qualcuno che non frequenta i social e in questo momento non è aggiornato in tempo reale sulle iniziative del territorio. Mai come ora è importante costruire e mettere in atto una rete solidale che rompa l’individualismo e porti a tendere la mano, seppur virtualmente all’altro che è in un momento di fatica”. E per questo si vuole condividere con i lonatesi un’iniziativa che arriva dall’Istituto Comprensivo Carminati e fa parte “di quei piccoli gesti solidali che a noi non costano nulla, ma possono fare la differenza per l’altro.”. Si rivolge agli studenti e alle loro famiglie. Si parte dalla constatazione che molti studenti possono connettersi ad internet e seguire le videolezioni con i loro insegnanti solo utilizzando il traffico dei dati del proprio telefono cellulare, che tuttavia, ad un certo punto del mese, si esaurisce, lasciandoli senza più alcuna possibilità di collegamento con la scuola, i docenti e i compagni di classe. Qualcuno non ha neanche questa possibilità: le scuole hanno fornito un pc o un tablet in comodato d’uso, ma non hanno modo di connettere i loro studenti ad internet”. Ecco, allora, una molto semplice: “se sapete che nel vostro palazzo o in una casa adiacente alla vostra abitazione c’è uno studente che potrebbe avere problemi di connessione, lasciate aperto il wi-fi domestico e fateglielo sapere. Molti lo stanno già facendo: l’adozione digitale di uno studente è semplicissima, non vi costa nulla e in questo momento vale davvero tanto.” Quindi #adottaunostudente. Firmato, è normale, da Giancarlo Simontacchi, Assessore alla Pubblica Istruzione; ma anche, è proprio il caso di evidenziarlo, da Melissa Derisi, Assessora alla Gentilezza…