La storica attività dei nonni vigili si rinnova aprendo anche ai più giovani, grazie alle relazioni tessute durante il lockdown

Le scuole hanno ripreso ad accogliere i propri alunni, ma la situazione emergenziale impone alle amministrazioni comunali anche un ripensamento delle reti sociali che solitamente si attivano per favorirne l’accesso. A Collegno l’attività dei nonni vigili si apre anche ai più giovani, prendendo forza dalle relazioni solidali tessute durante il lockdown.

L’esperienza storica di Collegno

Nel comune di Collegno (Torino) l’esperienza dei nonni vigili è storica – così ci dice l’assessore De Nicola, al suo secondo mandato, in quanto per anni sono stati anche 20 o addirittura 25: la loro azione è stata sempre preziosa. Si sa quello che sono chiamati a fare i nonni vigili: dall’aiuto agli alunni e le loro famiglie nell’attraversamento delle strisce pedonali, all’indicazione di situazioni di degrado o poco decoro nell’area della scuola e dintorni, fino al porre luce su situazioni di rischio. Tutte azioni che fanno accrescere la percezione di sicurezza ‘affettiva’ delle aree intorno alle scuole, a sostegno di un processo di autonomia e responsabilizzazione degli alunni. Negli anni, però, è diminuita la partecipazione delle persone. Coloro che hanno fatto il nonno vigile per anni adesso hanno un’età superiore a quella consentita, o hanno problemi di salute che non gli consentono di rinnovare la propria disponibilità. Quello che manca sembra essere un ricambio generazionale.

Rivendicare il diritto alla lentezza

Con l’adozione del Regolamento sui beni comuni, l’amministrazione comunale di Collegno sceglie di codificare e strutturare l’azione dei nonni vigili attraverso la stipula di un Patto di collaborazione. Un Patto che viene rinnovato ormai da due anni e che oggi, nell’emergenza sanitaria, ha aperto uno spazio che può essere sia una buca in cui cadere e veder sospendere il Patto, ma anche uno spazio vuoto, una bolla in cui volteggiare in assenza di gravità e prendersi il tempo di guardare a quanto emerso in questo periodo di estrema complessità per aprirsi ad una nuova strategia. Ed è proprio questo secondo scenario che si prospetta a Collegno, dove pubblica amministrazione e scuole si sono prese il tempo di comprendere di cosa ci sia bisogno per favorire l’accesso sicuro ai propri istituti ponendo attenzione alla salute di tutti.

Nonni vigili al lavoro (Fonte: testata locale Luna Nuova)

L’innovazione del Patto: aprirsi!

L’assessore De Nicola ci anticipa così che l’Ufficio politiche sociali e pari opportunità sta lavorando ad una nuova manifestazione di interesse per fare i nonni vigili, che apre la possibilità di candidarsi anche a persone di età inferiore ai 50 anni facenti parte della Protezione Sociale, l’entità creata durante il lockdown per riconoscere tutte quelle persone che aiutavano, con un mandato, l’amministrazione comunale.
Durante il periodo di confinamento fisico, infatti, il Comune ha disposto un avviso pubblico rivolto alle organizzazioni di volontariato e Terzo settore per un Piano di Protezione Sociale a cui hanno aderito 23 realtà territoriali, che per mesi hanno operato in modo congiunto, soprattutto nell’ambito della raccolta e distribuzione di risorse alimentari a nuclei familiari in situazione di precarietà. Questo ha permesso di strutturare meglio i rapporti tra l’amministrazione e le varie realtà territoriali, favorendo spazi di dialogo che hanno rilevato l’interesse per ulteriori ambiti di partecipazione, tra cui l’esperienza dei nonni vigili.

Non sappiamo ancora come si strutturerà il Patto e neanche come saranno ridisegnati quei momenti pubblici di contatto tra i nonni vigili e la comunità scolastica – come i laboratori con i bambini, le feste scolastiche e la firma del Patto di collaborazione – previsti fino ad oggi, e manifesto di una collaborazione stretta e interrelazione tra i cittadini e l’amministrazione comunale. Certo è che l’adozione del Regolamento sui beni comuni e la scelta di ripensare l’azione dei nonni vigili come collaborazione tra Amministrazione comunale e cittadinanza ha comportato la semplificazione della burocrazia – o lo ‘sbaraccamento della burocrazia‘, come lo ha definita Marianella Sclavi in un recente articolo – creando le condizioni per elaborare una soluzione nuova, ripartendo dalle relazioni e dalle buone pratiche esistenti, per rispondere alla complessità e all’urgenza della situazione attuale.