L’avvincente storia del Lago Bullicante ExSnia, a Roma, che non smette mai di lottare per essere libero da chi ne vuole mutare l’identità. Della storia e delle recenti battaglie abbiamo parlato con Sabrina Baldacci del Forum Territoriale Permanente

La storia del Lago Bullicante ExSnia comincia da un abuso. Ma da questa azione illegale ne è scaturito un Monumento naturale: un luogo da preservare, un luogo a Roma per cui vale la pena continuare a lottare.
Come un filo rosso, ad oggi la sua storia ci porta ad un atto non autorizzato che vede la morte di decine di specie protette: tutto ciò ha portato al rilascio anticipato dell’ampliamento del Monumento naturale anche alla parte della fabbrica.
L’area ExSnia sembra avere una storia ciclica di distruzione e rinascita. Il lago che combatte è forte come le persone che lo sostengono.

Monumento naturale: come gestirlo?

L’approvazione del Monumento naturale, il 30 giugno dell’anno scorso, con un decreto della Regione Lazio, prevede un anno di monitoraggio per poter arrivare ad un’estensione dello stesso che comprenda anche i cinque ettari di terreno ancora di proprietà privata dove insistono i ruderi della fabbrica.
Il Monumento naturale, al momento, è stato dichiarato solo sull’area già espropriata, esproprio che scadeva nel 2014 per cui ci fu la grande mobilitazione che poi portò al rinnovo dello stesso con la famosa Breccia di Portonaccio.
Con questa finestra di possibile monitoraggio, il Forum Territoriale Permanente si è mosso entrando in contatto con il nuovo Ente gestore – RomaNatura – con il quale  si è cominciato a scrivere il Regolamento di gestione del Monumento naturale. “C’è un aspetto importante e innovativo sulla scrittura del Regolamento – dichiara Sabrina Baldacci del Forum – e questo sarà il prodotto di una collaborazione con il Forum e di tutte le realtà territoriali. Un lavoro congiunto, quindi, con l’ente gestore”. Un approccio non distante da quello dei Patti di collaborazione, che con l’art. 11 del nuovo Regolamento del verde pubblico e privato approvato recentemente dall’Assemblea capitolina, potrebbero finalmente essere utilizzati almeno per la cura del verde urbano di Roma.
E’ inoltre prevista l’istituzione di una Consulta, con funzioni non solo consultive ma di proposta e di indirizzo, per poter entrare in una programmazione e soprattutto nel merito del monitoraggio ambientale. «Vorremmo che il monitoraggio fosse qualcosa che consenta di aggiornare le carte, quindi di tenere sempre conto dell’elemento cardine che sono le successioni ecologiche, quelle per cui è stato appunto riconosciuto il Monumento naturale», spiega Sabrina.
A tal proposito ci racconta che il 14 gennaio il Forum territoriale ha proposto e realizzato un convegno nel quale c’è stata una dichiarazione pubblica di interesse a costituire la Consulta, ma soprattutto sono state presentate tutte le ricerche e gli studi sull’area del lago e il suo ecosistema. «Un modo per condividere con RomaNatura il livello di approfondimento di studio di cui disponiamo» e far comprendere quanto complesso, unico e delicato sia questo ecosistema da preservare.

Essere “a fianco” della natura

Sono sempre stati chiari sulle loro posizioni i sostenitori del Lago Bullicante Exsnia. Non c’è bisogno di costruire, non è quello di cui quest’area ha bisogno: «Non abbiamo mai costruito un progetto specifico di utilizzo dell’area perché il vero progetto di fondo», dichiara Sabrina, «è essere a fianco della natura nella sua rinaturalizzazione del processo». Il Parco del Selvatico è un concetto di “bosco urbano” dove la preservazione dello sviluppo di un’area possa continuare a svolgere tutte quelle funzioni ecosistemiche che lo rendono così essenziale in un contesto particolare come la città. Un processo di rinaturalizzazione che è equiparabile, nelle diverse successioni ecologiche messe in atto, alla ricostituzione di un ambiente simile a quello del lago romano ottocentesco, che però, oggi, vede in più un grado di urbanizzazione all’esterno con una valenza di criticità ambientale, in questa epoca storica dovuto ai cambiamenti climatici.
Il progetto è soltanto quello di sostenere “il progetto della natura” non una messa a profitto o un utilizzo di quanto la natura ha fatto fino ad oggi. Quindi, laddove si sono manifestati ed espressi, invece, progetti di altro tipo (di green-economy, ad esempio), il Forum ha preso le distanze anche se proposti da soggetti con i quali si condivideva all’inizio questo percorso.
«Ecco perché», ribadisce Sabrina, «al convegno noi abbiamo voluto raccontare bene su cosa si fondasse, da un punto di vista scientifico, la nostra decisione e quanto fossimo determinati a salvaguardarla». Non facile. Ci sono stati movimenti che hanno arrecato forti danni al Monumento naturale, “ripulito” senza la giusta conoscenza dell’ecosistema del lago; per arginare tali problemi, si sta lavorando in questi mesi, con la costruzione di questo Regolamento di gestione del Monumento naturale con RomaNatura.

La sorprendente “scomparsa” della foresta 

Ma dal taglio di tutti i rovi a bordo lago è successo un fatto molto più grave che ha sconvolto tutto il quartiere e allarmato immediatamente il Forum Territoriale Permanente.
Di recente, a partire dall’ 11 marzo, all’interno dell’area della fabbrica (quindi nella parte non ancora soggetta a vincolo di Monumento naturale), dove sono presenti numerosi habitat protetti, o – tristemente, si deve dire – c’erano, perché molti ora sono stati distrutti dal privato, nonché luoghi di nidificazione di rapaci e varie specie di chirotteri, sono cominciati a sparire gli alberi.
Le segnalazioni sono arrivate dagli abitanti che hanno avvertito immediatamente il Forum, il quale ha iniziato con esposti alle autorità competenti, a fronte di interventi sempre più massicci, fino al caso emblematico: ossia al disboscamento reale che ha interessato specie protette come la boscaglia di Pino d’Aleppo.
Interventi così duri non si sono fermati nemmeno dopo azioni di accertamento da parte di soggetti istituzionali di controllo; di diverso tipo, vigili urbani, la Sovrintendenza e la Guardia forestale: tutti sono stati tenuti fuori dal cancello. Il comune ha dato conferma che non erano state né richieste né rilasciate autorizzazioni per procedere al taglio all’interno della zona, quindi di fatto dichiarava che stava avvenendo un illecito; inoltre, si era entrati nel periodo della nidificazione, che impedisce di intervenire sulla vegetazione.
Il pretesto millantato dal privato è che il Commissariato aveva chiesto tanto al “pubblico” quanto al “privato” di procedere ad una pulizia dell’area per sicurezza cittadina. Il municipio, tramite il Servizio giardini, è intervenuto subito su tutta la parte pubblica prolungando la rete di definizione di cinta in modo da impedire il passaggio tra il Parco delle Energie e il Lago e ha abbassato la vegetazione ai confini. Il Commissariato ha confermato che questa richiesta era la stessa per tutte e due le parti e quindi «se il Servizio giardini è intervenuto in questo modo è poco giustificabile un intervento di tutt’altra potenza fatto sulla base di questa motivazione da parte del privato», dichiara Sabrina.

Proteste per la foresta… che cammina

A fronte di questa iniziativa deleteria del privato, quando sono arrivate le ruspe, si è attivata una protesta in maniera spontanea, perché le persone hanno visto dalle finestre delle loro case il progredire del disboscamento. Hanno cominciato a mandare al Forum segnalazioni con le foto, rilanciandole attraverso i social. «Quando poi abbiamo potute sentire e vedere le ruspe sempre più presenti nell’area del lago che erano arrivate a lambire il Monumento naturale, a quel punto noi siamo entrati», racconta Sabrina. Alcune persone del Forum sono entrate nell’area privata spostando le reti di recinzione e subito la proprietà ha avvertito i carabinieri per violazione di area privata e ovviamente il Forum si è fronteggiato con loro.
Dal 29 aprile era stato costituito un presidio costante all’interno dell’area della fabbrica, fintanto che le ruspe erano in funzione. Il proprietario ha continuato a disboscare e quindi per reazione il Forum ha organizzato una manifestazione molto sentita per il 1° maggio: si è deciso di entrare nuovamente nell’area della fabbrica. «A quel punto le forze dell’ordine in qualche modo erano state allertate di questa nostra intenzione di non fermarci, nonostante tutte le complicazioni di violare un’area privata», racconta Sabrina. «Il primo maggio siamo entrati e abbiamo potuto osservare tutti un totale disboscamento e una totale desertificazione. La fabbrica, in questo stato, nessuno l’aveva mai vista, neanche quando eravamo entrati prima dell’ottenimento della condizione di Monumento naturale, nel 2014». Un deserto di sterpaglie, di tronchi e anche di macerie. La questione è che la proprietà non si è mai fermata e continua ancora adesso a tagliare.

L’area della fabbrica, prima e dopo l’intervento di disboscamento (Fonte: Forum Territoriale Permanente)

Perché è necessario ampliare il Monumento

Dopo le rivolte del Forum, sono seguiti diversi passaggi, tra cui l’esposto al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare il 31 marzo e la comunicazione al Comune, che confermava l’assenza di autorizzazioni concesse. È stata poi presentata una valutazione, a firma di un botanico esperto e di un’urbanista, il 2 maggio, con la descrizione dei diversi livelli di danno diretto e indiretto all’ambiente, agli habitat e alle successioni ecologiche. Il 3 maggio si è intensificata la situazione con la denuncia del gruppo giuridico – GrIG, in procura, per danno ambientale, con una richiesta di sospensione dei lavori supportata dalle denunce del Forum. In contemporanea, c’è stata la denuncia alla prefettura da parte del Comune (a firma dell’assessore all’urbanistica) per danno ambientale. Dopo la manifestazione c’è stata l’espressione favorevole di RomaNatura all’estensione del Monumento naturale, da proporre alla Regione. Il giorno dopo, il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha dichiarato pubblicamente di essere favorevole all’ampliamento. Lo stesso giorno, il Forum ha presentato alla sindaca Virginia Raggi un’istanza di sospensione immediata dei lavori di disboscamento con allegata la valutazione dei diversi livelli di danno ambientale. Il 5 maggio è stata indetta la Commissione comunale congiunta proposta dall’Assessorato della cultura all’ambiente, in cui ha partecipato anche il Forum. In concomitanza, è stata avanzata un’ultima istanza da parte del Forum al comune, nella quale si chiede l’esproprio d’urgenza.
Il 7 maggio, infine, è stata confermata la notizia che presto sarebbe stata dichiarata l’estensione del Monumento naturale, senza bisogno di una nuova istruttoria, salvo, però, l’urgenza di approvare il Regolamento per supportare l’avviamento all’esproprio; il Forum, quindi, mantiene il punto sull’approvazione del suo progetto.

Lago ExSnia (Fonte: Forum Territoriale Permanente)

E il futuro, cosa prevede?

I presìdi sono stati molto partecipati e la “foresta in cammino” è entrata nella fabbrica con bambini e persone che hanno coperto tutta l’area dei ruderi. Tutti i rami tagliati, riversati a terra, sono stati raccolti e si è cercato di “rianimare” il paesaggio. Il 7 maggio era il giorno previsto per la visita del Prefetto, ma non si è presentato, come si sperava; nota dolente per gli abitanti del quartiere, perché avrebbe potuto accertare il danno fatto, o meglio i danni fatti: i voli degli uccelli spariti, l’abbattimento del Pino d’Aleppo, e la conferma di quanti habitat protetti siano stati distrutti.
Ora ci si interroga su chi pagherà per tutto questo? Si arriverà alla demanializzazione e all’esproprio, ora che il vincolo del Monumento naturale è completo?
Eppure, durante la manifestazione, osservando quel deserto e quanto era stato fatto per riabilitarlo, ritrovando quelle specie ancora in vita, ci si è lasciati con un grido di speranza: il bello può ancora risorgere.

Foto di copertina: Lago Bullicante ExSnia (credits: Forum Territoriale Permanente)