«Piazza Costantino è un bene comune, perché è un patrimonio storico della città e di Crescenzago, quando era un Comune a sé stante: salvaguardare questo luogo significa proteggere un pezzo di storia fatto sì di avvenimenti, ma soprattutto di persone». È così che Maria Grazia Guida, presidente dell’associazione Amici Casa della carità, e Luciano Scotuzzi, presidente dell’associazione S.O.N, sottolineano l’importanza di questo luogo non solo per il quartiere Adriano ma per l’intera città di Milano. Da quando è stato firmato il Patto, lo scorso 22 dicembre, la Piazza ha iniziato a prendere vita e a diventare il luogo in cui nuove e vecchie generazioni si incontrano, valorizzando il patrimonio di storie e di conoscenza.
Gli spazi di Porta Adriano si trovano in piazza Costantino, tra via Padova e via Adriano, un luogo che per il quartiere è la porta di casa. Si tratta di uno scorcio abbandonato al degrado e al traffico, nonostante la splendida vista sul naviglio storico della Martesana. Dal patto di collaborazione (allegato come sempre in fondo all’articolo) emerge una progettualità ambiziosa che tiene insieme azioni di cura e performance artistiche, intrattenimento culturale ed educazione ambientale.
L’iniziativa rientra nell’ambito di Luoghicomuni, l’azione del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo orientata alla rigenerazione e alla cura condivisa di spazi aperti collettivi attraverso i Patti di collaborazione, a cura di noi di Labsus con la collaborazione tecnica di Italia Nostra Onlus (la descrizione sintetica del Patto e di tutti i suoi firmatari si può leggere qui).
La reciprocità tra le generazioni è generativa
«Nel nostro presente quello che sembra essere messo in crisi è la prospettiva generazionale. Una delle ragioni più tragiche della perdita di qualità nella vita contemporanea è stata la rottura tra vecchi e giovani». Così il filosofo Salvatore Natoli evidenzia quanto siano venute meno le relazioni tra le generazioni e quanto invece queste possano rappresentare un antidoto all’isolamento. Facilitare le pratiche intergenerazionali fa bene all’intera collettività: l’incontro tra generazioni è generativo, e questo è quello che è accaduto e sta accadendo in piazza Costantino.
Per le bambine e i bambini della scuola Bottego di via San Mamete, Piazza Costantino è diventata un punto di riferimento: sanno che lì possono incontrare “Nonno Aldo”, come hanno deciso di chiamare Aldo Bonora, presidente dell’associazione Legambiente Crescenzago. Teresa Fallacara, l’insegnante che li sta accompagnando in questo percorso, ci ha raccontato che ogni volta che le bambine e i bambini vanno a trovare Aldo per loro è come andare ad una grande festa. Aldo infatti li accoglie, si mette a disposizione, li affianca nelle attività e spesso ha anche qualche piccolo regalo. Aldo racconta loro soprattutto storie e aneddoti legati al quartiere e alla Piazza e questo incanta i più piccoli. Pulendo la piazza, piantando le erbe aromatiche e pitturando le fioriere è nato un forte legame tra le bambine, i bambini e Nonno Aldo. Il fare insieme ha accorciato le distanze.
Le storie trasformano gli spazi in luoghi
Quando uno spazio diventa luogo? Quando comincia ad essere vissuto e a diventare custode di memorie, quando diventa il setting per alimentare relazioni. Piazza Costantino è entrata a far parte dei discorsi delle bambine, dei bambini e delle loro famiglie, tanto che ne hanno parlato entusiasti anche in una pizzata di classe. Lo scambio tra le diverse generazioni sta contribuendo a non disperdere il patrimonio di storie. Nei mesi scorsi i bambini e le bambine della San Mamete hanno realizzato interviste agli altri firmatari del Patto. La curiosità era tanta e anche le domande. Mariagrazia, Salvatore, Aldo, Giuseppe e Isabel hanno raccontato il loro impegno come associazioni nel quartiere e hanno consegnato loro storie e avvenimenti che hanno reso e rendono la Piazza un luogo da preservare. In quell’occasione hanno scoperto che proprio nell’edificio accanto alla piazza sono stati inventati i coriandoli o che in passato Crescenzago era un borgo, annesso alla Città di Milano nel 1923. Le conoscenze, le esperienze e le storie vanno raccontate e tutelate, sono un patrimonio che deve essere tramandato. I bambini e le bambine hanno il diritto di entrare in contatto con la storia del luogo in cui vivono e i più grandi hanno il diritto ad avere spazi nei quali poter trasmettere il loro sapere.
Il Patto come strumento per facilitare le relazioni intergenerazionali
Facilitare le relazioni intergenerazionali può diventare uno strumento per promuovere coesione sociale come collante in una società sempre più in crisi. Il patto “Porta Adriano” è la cornice dentro la quale queste relazioni prendono corpo. Rappresenta lo spazio in cui si può fare pratica di due mondi apparentemente molto lontani tra loro: quello dei bambini e quello degli adulti.
Insieme bambini e adulti stanno imparando ad essere gruppo, perché lo stare insieme si apprende e la relazione non è mai data, ma va costruita giorno per giorno. La relazione costa molta fatica, ma è anche l’unico strumento che abbiamo per abitare il mondo. Mi piace pensare ai Patti come strumenti che ci aiutano ad “addomesticarci” a vicenda.
“Per favore […] addomesticami”, disse. “Volentieri, che bisogna fare?”, domandò il piccolo principe. “Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino […]”.
Forse fare fatica ne vale la pena, bisogna avere pazienza. Il tempo è la più grande risorsa che abbiamo.
Foto di copertina: Le bambine e i bambini della scuola Bottego in Piazza Costantino (credits:Luoghicomuni)
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