La sezione ricerche pubblica la tesi di Maria Maramotti dal titolo “[Farsi spazio] Strategia progettuale per un quartiere di prossimità. Soluzioni urbane sperimentali e inclusive per lo spazio pubblico a Nolo (Milano)“. L’autrice descrive attraverso esperienze diverse e di varia natura le potenzialità che lo spazio pubblico urbano offre alla costruzione di relazioni e di identità, servendo da «connettore tra gli edifici di cui la città si compone e la vita che si svolge quotidianamente in essa». Lasciamo però all’autrice il compito di presentare la sua ricerca.
La città si rappresenta e si mette in scena
Le città oggi si trovano a dover affrontare incertezze e sfide sempre più urgenti. La riflessione sullo spazio pubblico, ampliata anche dall’attuale esperienza della pandemia, risulta centrale all’interno di uno sviluppo più sostenibile ed inclusivo a livello urbano. Inteso come il luogo in cui impariamo a interagire con l’altro e a rispettare l’ambiente in cui siamo immersi, lo spazio pubblico è oggi chiamato ad adattarsi ai nuovi stili di vita e rappresenta un’opportunità concreta per sperimentare nuove forme urbane e sociali, diventando così principio generatore di cambiamenti positivi sull’intero tessuto urbano.
La ricerca qui presentata si è posta come obiettivo quello di indagare le potenzialità dello spazio pubblico, esplorando le pratiche trasformative che si concentrano sul coinvolgimento attivo della collettività.
Spazi pubblici di prossimità: nuove sperimentazioni urbane
Si assiste a un forte incremento delle progettualità caratterizzate dalla temporaneità, dal basso costo e dall’informalità. Si tratta di sperimentazioni che mirano a migliorare la qualità della vita urbana, riconnettendo le persone con i propri territori, e che trovano occasione di progetto negli spazi pubblici già esistenti – luoghi spesso interstiziali o anonimi che presentano un forte potenziale di trasformazione.
L’emergenza della pandemia ha portato molte città ad adottare strategie di adattamento che, applicando tali processi trasformativi temporanei, hanno potuto riconfigurare i propri spazi pubblici, promuovendo così modelli di prossimità territoriale che concentrano il raggio d’azione sulla scala del quotidiano.
La prossimità in un contesto urbano viene resa possibile da risorse comuni, come spazi pubblici, ospedali, università e trasporti. Significa essere vicini a ciò di cui si ha bisogno, a dove le decisioni vengono prese, a dove nascono le nuove mode e a dove la cultura si sviluppa, e significa anche aumentare le possibilità di quegli incontri spontanei e imprevedibili che avvengono all’interno della città (Sim, 2019). Incontri che implicano scambi, nuove connessioni e nuove collaborazioni.
L’applicazione del concetto di prossimità, inteso quindi come vicinanza fisica delle persone ai servizi ma soprattutto agli altri, è tale quando riesce a innescare fenomeni di coesione e innovazione sociale, riportando così le comunità al centro di uno spazio pubblico a dimensione umana. Per poter proporre nuovi modelli di prossimità efficaci, in grado di porre la dimensione umana al centro di servizi, relazioni e opportunità, è necessario indagare a fondo il locale e ristabilire un rapporto tra lo spazio fisico di un territorio e i suoi abitanti.
Progettare insieme la prossimità
Il designer di spazi assume in quest’ottica il ruolo di facilitatore di processi trasformativi e rigenerativi: per innescare uno sviluppo urbano inclusivo risulta fondamentale ascoltare il territorio e dar voce a chi lo abita quotidianamente. Lavorando in continuo dialogo con le persone tramite pratiche di co-progettazione, le specifiche problematiche del contesto locale possono essere superate e i cittadini diventano così attori protagonisti di nuove progettualità. Si innescano così processi di riattivazione di spazi pubblici che creano nuove forme di comunità e una nuova consapevolezza dello spazio tramite piccole azioni.
La collaborazione è la base necessaria per creare un’innovazione sociale: nello spazio pubblico possono crearsi nuove conversazioni e interazioni, che si traducono in azioni concrete solamente nel momento in cui le persone coinvolte collaborano tra loro (Arendt, 1964), questo tipo di collaborazione si attua nel momento in cui l’interesse comune viene reso visibile e comunicabile. La collaborazione «è ciò che dà alle persone il potere di far succedere le cose» (Manzini, 2018), è condividere degli obiettivi e operare insieme per raggiungerli. Per poter rigenerare uno spazio pubblico, in tutta la sua fisicità e socialità, bisogna dunque partire dall’alimentare una conversazione sociale che possa produrre nuove visioni condivise (Manzini & Tassinari, 2013) in modo da generare nuove forme collaborative e arrivare a risultati che abbiano valore, per tutti e per ciascuno. Preparare gli abitanti dei territori attraverso un percorso partecipato li rende consapevoli dei benefici del progetto e li coinvolge attivamente (Fassi in Orizzontale+atto, 2020).
Lo spazio pubblico diventa così a tutti gli effetti un bene comune e, in quanto tale, alimenta un senso di appartenenza in coloro che hanno avuto l’opportunità di partecipare alla sua ideazione e realizzazione o che hanno preso parte ad eventi ed azioni collettive al suo interno. La creazione di tale dimensione affettiva – riferita a un luogo o a una comunità ad esso legata – porta a una maggior propensione alla cura del luogo stesso. Si creano quelle comunità locali che, nel tempo, continueranno a prendersi cura dello spazio comune, generando un processo trasformativo costante in grado di accogliere i cambiamenti della società.
Spazio pubblico a Nolo
La ricerca presentata ha trovato ambito applicativo nel territorio milanese all’interno dell’area denominata “Nolo” (Nord di Loreto). Questo quartiere, situato nell’area nord della città, è oggi una realtà densa e molto dinamica da un punto di vista culturale, ma ricca di contrasti sociali.
Qui la forzata convivenza di realtà diverse tra loro è riuscita spesso a innescare fenomeni di aggregazione e coesione sociale, dando vita ad attività più o meno informali, come le Colazioni di Quartiere, eventi che ormai sono diventati appuntamenti fissi per il quartiere, tra cui il festival musicale San Nolo o il Nolo Fringe Festival per il teatro, progetti di riqualificazione di spazi urbani, come nel caso di Piazza Arcobalena, di Via Rovereto con TrentaMi in Verde o di Tunnel Boulevard o, ancora, iniziative di sostegno sociale come la Spesa Sospesa, nata all’inizio della pandemia e attualmente ancora attiva.
Il concetto di territorio di prossimità è già percepito nel quartiere e si sta rafforzando sempre di più negli ultimi anni, grazie al lavoro sinergico di associazioni locali, cittadini attivi, creativi e amministrazione pubblica. Il tessuto sociale si presenta come una comunità molto unita e predisposta a partecipare ad azioni collaborative. Lo spazio pubblico inoltre risulta avere un ruolo centrale all’interno delle dinamiche sociali ed è spesso oggetto di discussioni e sperimentazioni locali. Il tessuto urbano è ricco di opportunità progettuali, che possono essere trovate soprattutto nei numerosi spazi pubblici sottoutilizzati o in stato di degrado.
Nolo presenta dunque un forte potenziale sia dal punto di vista del tessuto urbano che sociale e, per queste ragioni, è stato scelto come territorio ottimale per la sperimentazione di un caso applicativo. Il lavoro si inserisce all’interno di Vocabolario di Quartiere, un progetto di ricerca e design partecipativo realizzato all’interno di Off Campus Nolo, il Living Lab del Politecnico di Milano che si trova all’interno del Mercato comunale di viale Monza, che intende portare avanti la collaborazione tra università e realtà locali sul territorio.
Grazie a Off Campus Nolo, è stato possibile entrare in diretto contatto con alcuni abitanti del quartiere e svolgere con loro varie attività di co-progettazione mirate a indagare criticità e potenzialità dello spazio pubblico.
Le attività di ricerca si sono svolte nel periodo tra settembre 2020 e gennaio 2021 e hanno permesso di scoprire nuovi significati, nuovi punti di vista sul territorio e sulla parola “Spazio Pubblico” in relazione agli spazi del quartiere. Grazie all’approccio diretto e immersivo utilizzato, è stato possibile acquisire un ampio bagaglio di competenze sull’intero territorio, comprenderne le specificità e indagare le interdipendenze che legano gli attori sociali al suo interno. Lo scopo del Vocabolario di Quartiere è trasformare le parole, in questo caso Spazio Pubblico, in azioni concrete per Nolo. Durante i mesi di lavoro sulla parola sono emerse numerose opinioni e idee: conversazioni informali, considerazioni generali sul territorio oppure bisogni e azioni specifiche. I vari spunti progettuali sono stati in seguito rielaborati e restituiti agli abitanti del quartiere, dando vita a un podcast, trasmesso dalla radio locale RadioNolo, una definizione condivisa di Spazio Pubblico e contenuti visivi trasmessi sulle pagine social di quartiere.
[ Farsi Spazio ] – Strategia di progetto per un quartiere di prossimità
Nasce da qui [Farsi Spazio], la proposta di strategia progettuale per rendere Nolo a tutti gli effetti un quartiere di prossimità, in cui non solo tutti i servizi essenziali siano disponibili e facilmente accessibili, ma in cui lo spazio pubblico possa rappresentare un’opportunità concreta. La strategia prende il nome di Farsi Spazio per sottolineare l’aspetto pro-attivo dell’azione progettuale ma anche l’aspetto riflessivo dello spazio urbano pubblico che si trasforma per accogliere nuovi usi. Il progetto si pone come obiettivo collaborazione e coesione sociale, innescando sinergie e convergenze che possano diventare soluzione per i problemi e i bisogni di una dimensione locale. Sono stati evidenziati tre obiettivi, tre livelli di azione che – insieme e sinergicamente – possono contribuire a migliorare gli spazi pubblici di Nolo, suggerendone così un possibile sviluppo futuro che possa concretizzare il modello di quartiere di prossimità. Le linee guida proposte hanno preso forma in tre spazi pubblici specifici che presentano una forte urgenza di rigenerazione e importanti potenzialità.
L’approccio di intervento suggerito è quello dell’urbanismo tattico, in linea con le esperienze di riattivazione in corso nella città di Milano, e intende proporre azioni temporanee che possano sperimentare e facilitare trasformazioni rigenerative a lungo termine nel territorio di Nolo. La strategia progettuale elaborata si applica qui a un territorio ben preciso, presentandosi quindi come una road map per lo sviluppo futuro di Nolo, ma intende porsi come strategia adattabile e scalabile per ottenere, partendo dalle specificità locali, un insieme di prossimità interconnesse all’interno delle città.
Foto di copertina: Murales presente nel quartiere Nolo (credits:Maria Maramotti)