Mobilità oggi: un problema complesso
Parlare oggi di mobilità è impegnativo, soprattutto se va fatto in una società sempre più dinamica, attiva, in cui occorre adattarsi costantemente alle novità di ogni giorno. Per riuscirci infatti serve un’infrastruttura utile, una componente essenziale del funzionamento della città e della vita dei suoi abitanti, alla ricerca di efficienza e miglioramenti concreti. Quindi garantire mobilità vuol dire mettere in relazione ciò che muove e si muove nella città e nel territorio: pedonalità , trasporto pubblico e privato, sosta e parcheggi, oltre ai nuovi sistemi di mobilità sostenibile… tutto da programmare e integrare. Come accade poi in ogni cambio della guardia ai palazzi del potere, nella classica fase della “luna di miele”, si cerca qualche gesto manifesto rispetto al programma presentato in campagna elettorale. E anche Roma non ha fatto eccezione, con l’elezione al Campidoglio di Ignazio Marino.
Il problema mobilità nella capitale
Nella capitale tutte le competenze sono attribuite al Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale: una centralità che di recente Michele Torsello, Global Shaper nel network d’innovazione internazionale Rome Hub ed esperto di fondi strutturali regionali dell’UE ha voluto sottolineare, partendo dai “puri e duri” problemi dei cittadini. Aumento dei costi dei biglietti senza alcun miglioramento dei servizi, attese interminabili se parliamo di metropoli, emergenze meteo che puntualmente mettono il sistema sotto scacco, servizi notturni che lasciano a desiderare, scioperi frequenti: queste le piaghe principali che hanno “talmente minato l’affidabilità del servizio pubblico, per cui la comprensibile scelta di molti cittadini della Capitale è stata quella di affidarsi al mezzo privato, che riduce la spinta per servizi pubblici più presenti”.
La mobilità sostenibile nelle grandi città
Ma per puntare a soluzioni che siano possibili, e di respiro collettivo? Torsello suggerisce innanzitutto un cambio di passo che trasformi “il problema del traffico di Roma con il problema della mobilità sostenibile a Roma”. Il secondo step è forse quello più difficile, anche per la nuova amministrazione di centro-sinistra, protagonista di recente della chiusura al traffico di Via dei Fori Imperiali: non limitarsi a vietare l’uso dell’auto ovunque, in città , o “lanciare sassi nello stagno” come con l’uso delle targhe alterne, ma mettere davvero il cittadino nelle condizioni di scegliere, anche in favore di un’alternativa che sia pubblica nei fini, sostenibile nelle modalità , sussidiaria nei mezzi.
La sussidiarietà al servizio della mobilità sostenibile
Il Comune, dal 1998, ha tra le mani un Piano Strategico della Mobilità Sostenibile, e comprende in linea di principio tante iniziative di cui i cittadini potrebbero essere protagonisti. Soprattutto in un momento in cui il pubblico, soprattutto per mancanza di fondi, potrebbe non offrire, smentendo gli indirizzi stessi contenuti nel Piano. L’uso di mezzi ecocompatibili a tempo (Car sharing, Bike sharing) o in condivisione con altri cittadini (Car pooling) sono da anni la nuova frontiera, ma restano inattuati su vasta scala. Proposte utili e sussidiarie per colmare la lacuna arrivano da Milano, con l’affiancamento al servizio GuidaMI di Atm – il carsharing pubblico, attivo a Milano – di soggetti privati. Allo stesso modo si pensa al Bikesharing: più stazioni, pagamenti più accessibili, ma non solo. Lo scorso giugno infatti, è stato mostrato il prototipo di un possibile servizio tra privati, con cui utilizzando il proprio smartphone o pc, sarà possibile individuare con GPS la posizione della bicicletta più vicina, fornita di apposito dispositivo e lucchetto, che si aprirà con un click . Proposte e idee ci sono state, e ce ne sono di nuove: ora è il soggetto pubblico che deve cominciare ad attivarsi. Verso i cittadini.
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