“Le attività del progetto – ha spiegato Virginio Merola, Sindaco di Bologna – sono ideate in modo da rendere Bologna una realtà esemplare, che possa rappresentare, dal punto di vista normativo ed operativo, un progetto pilota da raccontare ed esportare in altre città . Questo obiettivo è stato raggiunto agendo su due principali ambiti: da un lato un lavoro sul funzionamento dell’amministrazione comunale per rendere procedure e regolamenti orientati alle possibilità dei cittadini di attivarsi per la cura dei beni comuni; dall’altro la sperimentazione operativa di forme di gestione civica di spazi pubblici su tre aree della città , selezionate attraverso il pieno coinvolgimento dei quartieri”.
Tre laboratori in città
Beni comuni e amministrazione condivisa, si parte da Bologna per sviluppare i progetti dei cittadini di “cura civica” di piazze, giardini e spazi comuni.
Tre le esperienze già avviate in alcune zone della città :
• Parco della Zucca (Quartiere Navile): dove si sperimenta la cura degli arredi, del verde e del giardino.
• Via Santo Stefano, via Fondazza e Piazza Carducci (Quartiere Santo Stefano): dove si lavora alla cura dei portici, delle piccole aree verdi e alla sensibilizzazione dei residenti.
• Piazza Spadolini e giardini Bentivogli e Vittime di Marcinelle (Quartiere San Donato): dove si sperimenta una forma di gestione civica di un immobile comunale (ex ufficio anagrafe) e delle aree che lo circondano.
“I beni comuni sono indispensabili per vivere una vita degna di essere vissuta” ha sottolineato Gregorio Arena, presidente di Labsus. “Sono beni sia materiali (acqua, aria, paesaggio, spazi urbani, ambiente, territorio, beni culturali, biblioteche, musei), sia immateriali (legalità , salute, conoscenza, lingua, memoria collettiva e altri simili). Non sono pubblici (nel senso di beni dello Stato), né privati. Sono però di tutti e quindi tutti possono goderne. Proprio perché i beni comuni interessano e servono a tutti, noi pensiamo che si debba affidarne la “manutenzione” ai cittadini, che in maniera del tutto autonoma e scoordinata già lo stanno facendo. Si tratta di mettere “a sistema” con delle cabine di regia ciò che oggi è un meraviglioso arcipelago di singole esperienze di cura civica dei beni comuni nello spirito dell’art. 118 ultimo comma della Costituzione, che prescrive ai soggetti pubblici di “favorire le autonome iniziative dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà “.
“Sono tanti i cittadini di Bologna che, come nella sua storica tradizione civica, si spendono per la cura dei beni comuni: esperienze di chi si identifica e si impegna a favore della comunità e dei suoi luoghi, di chi si prende cura delle risorse di tutti, degli spazi, della bellezza” ha ricordato Giampiero Mucciaccio, direttore del Centro Antartide. E ha aggiunto: “Sono risorse ed energie inestimabili per tutta la città . Le attività avviate con i laboratori sul territorio lo dimostrano: tra le prime azioni il 20 ottobre un gruppo di cittadini attivi del Quartiere Santo Stefano si metterà al lavoro per la riqualificazione dei muri di alcuni civici individuati con rimozione dei graffiti e ripittura, la manutenzione degli arredi della strada e la pulizia della pavimentazione dei portici di via Santo Stefano, che inizierà domenica notte e sarà effettuata con cadenza settimanale. Una svolta storica per tutto il centro”.
“La Fondazione del Monte” ha sottolineato il presidente Marco Cammelli “segue da anni in partnership con altri enti, e in particolare con l’amministrazione comunale di Bologna, una pluralità di progetti (Bella Fuori, Bologna città civile e bella, canale Navile, e altri) lungo la direttrice di recupero e valorizzazione degli spazi pubblici attuata con procedure partecipative particolarmente ampie. Con il sostegno scientifico e culturale di Labsus e del prof. Arena e la collaborazione dell’ufficio per la promozione della cittadinanza attiva del Comune, il progetto si propone un salto di qualità investendo direttamente anche i profili organizzativi e normativi degli uffici competenti nel Comune di Bologna, che costituiscono un passaggio chiave per assicurare operatività ai soggetti della società civile disponibili ad operare su questi terreni e con questi progetti”.
Leggi la rassegna stampa sul progetto “Le città come beni comuni”.