Non solo la soppressione delle circoscrizioni non ha ostacolato l‘amministrazione condivisa nel livornese, ma la presenza di circa novanta cittadini alla presentazione del primo patto di collaborazione tra il Consiglio di zona 1 e l'amministrazione comunale rappresenta la conferma di come i patti siano capaci di “accrescere e creare capitale sociale”

Con il rinnovo del Consiglio Comunale di Livorno avvenuto nel 2014, le circoscrizioni di decentramento cessarono di esistere, come in tutte le città con meno di 250.000 abitanti, per effetto della l. n. 42 del 27 marzo 2010 di conversione del d.l. n. 2 del 25 gennaio 2010. Fu così che, l’anno successivo, avviando il percorso che poi avrebbe portato, nel 2017, ad approvare il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, pensammo, avendo maturata una decennale esperienza come responsabile amministrativo di due circoscrizioni cittadine, che la disciplina regolamentare che ci accingevamo a redigere, poteva essere l’occasione per mantenere vivo il rapporto venutosi a creare in città, a partire dagli anni Settanta, tra cittadini e istituzioni, iniziato con i consigli di quartiere e proseguito poi, nel 1978, con l’istituzione di dieci circoscrizioni (successivamente accorpate in cinque a partire dal 1990). Nonostante ci trovassimo a confrontarsi con parole e concetti nuovi, come sussidiarietà, patto di collaborazione, amministrazione condivisa, cittadini attivi a cui funzionari e politici non erano abituati, pensammo che il principio di sussidiarietà orizzontale, espressamente riconosciuto dal 2001 all’art. 118 ultimo comma della Costituzione, poteva rappresentare un continuum tra passato e futuro potendo contare sul contesto attuale in cui  ancora è presente un tessuto culturale, sociale, politico permeato da decenni di rapporti di collaborazione e confronto, talvolta critico ma sempre collaborativo, tra comune, organizzazioni di volontariato, comitati, associazioni.

Gli organi di partecipazione democratica come Cittadini Attivi

Così, prendendo atto della definitiva, almeno per adesso, soppressione delle circoscrizioni, pensammo che fosse possibile riproporre organismi di partecipazione che fossero non solo capaci di aggregare e rappresentare le istanze provenienti dal territorio come già stava avvenendo in altre città, ma che fosse anche un’occasione per promuovere l’amministrazione condivisa. Ipotizzando questa eventualità, nella proposta di “regolamento dei beni comuni”, all’articolo rubricato “Definizioni”, tra i soggetti definiti cittadini attivi, oltre alle associazioni, comitati, cittadini singoli e associati etc., introducemmo gli “organi di partecipazione democratica”, con espresso e non casuale riferimento al all’art. 8 del TUEL.
L’occasione per dare concretezza a quello che era un obiettivo e una speranza, si è presentata nel momento in cui il Comune si è dotato del Regolamento degli organismi di partecipazione con cui sono stati istituiti i consigli di zona (delibere CC n. 182 e n. 184 del 20 e 28 ottobre 2022) riconoscendogli alla lett. e) dell’art. 18, funzioni e competenze per la promozione delle proposte di patti di collaborazione da parte dei  cittadini attivi “per l’amministrazione condivisa dei beni comuni in attuazione del principio di sussidiarietà ex art. 118 Cost.”
È del 19 gennaio 2024 l’approvazione del primo patto di collaborazione tra il Consiglio di zona 1 e l’amministrazione comunale, avente come oggetto “L’amministrazione condivisa per la Scuola Pian di Rota”. Il progetto nasce da un’idea che, potremmo dire, è sorta pressoché spontaneamente e contestualmente sia da parte del Comune che dai componenti e dai cittadini del territorio in cui si trova la Scuola materna Pian di Rota. Un edificio necessitante di adeguamenti ai parametri e requisiti richiesti dalla normativa afferente all’edilizia scolastica e quindi non più utilizzabile a tale scopo. I rappresentanti del territorio, gli stessi cittadini e le istituzioni percependo i rischi conseguenti quella che era di fatto la dismissione di un servizio: degrado dell’immobile e dell’area verde circostante, inutilizzo e deterioramento degli attrezzi ludici, occupazione abusiva della struttura, perdita di una presenza istituzionale in un contesto che già annoverava varie difficoltà, decisero che l’immobile doveva tornare ad essere un bene a disposizione della comunità.

La Scuola Pian di Rota e l’area verde circostante (Fonte: Massimo Mannoni)

Il percorso della proposta

A seguito di riunioni indette dal Consiglio di zona durante le quali vennero illustrati a consiglieri e cittadini il regolamento sui beni comuni, le potenzialità da questo offerte attraverso i patti di collaborazione, le esperienze realizzate in altri comuni, cominciarono a pervenire offerte di cooperazione e di adesione al progetto da parte di varie associazioni.
La proposta, firmata dal presidente del Consiglio di zona, poi presentata al Comune e da questi riconosciuta come “patto complesso”, dopo l’approvazione da parte della Giunta comunale è stata pubblicata per 15 giorni nella sezione della Rete Civica dedicata ai beni comuni. Ad essa sono state allegate le schede riepilogative delle attività delle associazioni aderenti e da queste sottoscritte per accettazione delle condizioni, finalità ed obiettivi stabiliti nella proposta di patto.

Le associazioni aderenti ed il programma di lavoro

Le associazioni aderenti al patto di collaborazione promosso dal Consiglio di zona 1 e il Comune di Livorno hanno tenuto una prima riunione nel corso della quale hanno concordato l’orario delle attività da tenersi presso l’immobile oggetto del patto. Lo stesso Consiglio di zona sarà presente, due volte alla settimana, con un “punto di ascolto” a disposizione dei residenti del quartiere così da garantire un collegamento diretto tra cittadini e amministrazione comunale. Tutte le altre associazioni saranno presenti nell’arco della settimana con orari articolati in funzione alle caratteristiche delle loro attività. Alcune di queste non hanno previsto uno specifico programma di presenze subordinandolo ad esigenze particolari da comunicare anticipatamente al coordinamento.

Il “Patto di collaborazione” sottoscritto accresce il capitale sociale

Il giorno 19 gennaio alla presentazione del patto erano presenti, oltre al Sindaco, Vice Sindaca e Assessore al bilancio, circa novanta cittadini: una cifra significativa tenuto conto della difficoltà che da anni si incontrano ogni qual volta si prova a mettere di fronte istituzioni e cittadini; un segnale importante che stimola ma anche responsabilizza i promotori ed i sottoscrittori dell’accordo e che rappresenta una conferma di come i patti di collaborazione siano capaci di “accrescere e creare capitale sociale”.

I cittadini alla presentazione del patto di collaborazione (Fonte: Massimo Mannoni)

Il Sindaco e la Vice Sindaco alla presentazione del patto di collaborazione (Fonte: Massimo Mannoni)

Per maggiori informazioni:

Massimo Mannoni, ex responsabile di circoscrizione e dell’ufficio Beni comuni del Comune di Livorno

Immagine di copertina: Scuola Pian di Rota di Massimo Mannoni