A Milano è stato firmato il primo Patto che promuove il volontariato aziendale e crea legami con le realtà del quartiere.

Neighborhood è il termine inglese che indica la dimensione di quartiere, di vicinato, di circondario. Una parola che esprime il senso più profondo della prossimità e delle relazioni che si intrecciano tra coloro che quotidianamente vivono uno stesso luogo. Oggi questo termine si arricchisce di una nuova esperienza di valore che sta riscoprendo nuovi modi di intendere la prossimità. Dove? A Milano, dove un Patto di collaborazione diventa un esempio virtuoso di sinergia fra pubblico e privato per la promozione del volontariato aziendale.

Supportare i progetti di quartiere dedicati a chi vive fragilità 

Stiamo parlando del Patto di collaborazione sottoscritto dal Comune di Milano insieme a Nhood Services Italy S.p.A. e alla Cooperativa Sociale Comin che, attraverso un accordo della durata di 18 mesi, coinvolge i dipendenti di Nhood, noti come “Nhooders”, offrendo loro l’opportunità di dedicare otto ore all’anno ad attività di volontariato aziendale – che si aggiungono alle otto ore all’anno di volontariato individuale, sempre regolarmente retribuite –  supportando i progetti, dedicati a chi vive fragilità sociali, della Cooperativa Sociale Comin.
Possiamo dire che il valore della dimensione di quartiere da sempre ha ispirato l’azienda Nhood che già a partire dal suo nome – contrazione di n-eighbour-hood – si pone come società internazionale di soluzioni immobiliari, specializzata nel retail real estate e nella rigenerazione urbana vista come generatrice di luoghi di vita. Un’azienda che si racconta come “un buon vicino” e nel cui lavoro si propone di  mettere al centro la relazione con le realtà del territorio, provando a creare valore sociale. 

Un Patto tra pubblico e privato 

A raccontarci il patto è Natalya Geroldo, sustainability & Climate Change Manager di Nhood Services Italy. Come racconta, «molto spesso vediamo che le attività di volontariato all’interno delle aziende non sono legate esclusivamente al territorio dove gli uffici sono ubicati, mentre per noi è fondamentale impattare positivamente sulla comunità del contesto in cui lavoriamo. Questo ci ha portato a cercare nel Comune di Milano il supporto necessario per iniziare in modo concreto ed efficace una relazione con la nostra comunità locale». È il 2023 quando l’azienda avvia un primo dialogo con il Comune di Milano, che vede nella successiva sigla del patto di collaborazione la dimensione adatta per avviare una progettualità che, attraverso il volontariato aziendale, supporti in modo partecipativo attività a sostegno delle comunità locali e che lo faccia in maniera continuativa.
Al tavolo di confronto con il Comune di Milano viene individuata la Cooperativa sociale Comin conosciuta nel quartiere per realizzare interventi educativi a favore di bambini e famiglie in difficoltà, accogliendo e supportando i soggetti più fragili – come la realtà ideale per avviare un percorso di volontariato aziendale.
Con quest’ultima, Nhood aveva già avviato un programma di volontariato aziendale che consentiva ai suoi dipendenti di spendersi attivamente nelle iniziative proposte dalla cooperativa per il tramite della stessa Nhood. Racconta Natalya Geroldo che «si trattava di attività che avevano un impatto sociale e ambientale positivo per i nostri Nhooders, che potevano scegliere le attività di Comin per destinare le ore di volontariato aziendale ancora prima dell’ufficializzazione del Patto, che è risultato poi un tassello fondamentale per la formalizzazione di questo progetto congiunto».
Così, in seguito a questa prima esperienza tra Nhood e la Cooperativa Comin, è nel mese di  gennaio 2024 che viene firmato il Patto di collaborazione che dà a tutti gli effetti inizio all’attività di volontariato aziendale formalmente disciplinata tra pubblico e privato, in linea non solo con il Regolamento comunale sulla partecipazione dei cittadini attivi alla cura, alla gestione condivisa e alla rigenerazione dei beni comuni urbani, ma anche con gli obiettivi di responsabilità sociale d’impresa che Nhood persegue coerentemente con la propria visione e i principi, e di cui il volontariato costituisce un esempio virtuoso. 

Attività di giardinaggio nell’ambito del volontariato aziendale (fonte: Nhood Services Italy S.p.A)

Come si legge nel testo del Patto, la valorizzazione del volontariato aziendale in alcuni centri diurni costituisce il bene comune immateriale individuato dai firmatari come oggetto della loro collaborazione. Questo, di fatto, si basa su un percorso di responsabilità sociale intrapreso da un’azienda che decide di supportare in modo partecipativo varie attività a sostegno delle comunità locali, incoraggiando i Nhooders a prenderne parte in modo attivo. Come racconta Gaia Romani, Assessora ai Servizi Civici e generali del Comune di Milano, «negli ultimi anni abbiamo siglato numerosi Patti di collaborazione in cui sono state coinvolte aziende di varie dimensioni, coerentemente con il fatto che sempre più, all’interno delle realtà aziendali, sta crescendo l’interesse verso la responsabilità sociale d’impresa. Mentre solitamente il Patto nasce dalla spinta di un comitato o di un’associazione, in questo caso l’aspetto interessante del Patto è che è stato il primo a Milano a nascere dalla richiesta di un’azienda. Invece di limitarsi a un singolo evento di volontariato, ha scelto di “adottare” il proprio quartiere, impegnandosi in un volontariato aziendale con continuità».

Un impegno aziendale per la comunità

 investe in buone pratiche coinvolgendo circa 90 dipendenti della sede centrale, le cui ore di volontariato vengono regolarmente retribuite dall’azienda. Per l’annualità, questi ultimi hanno a disposizione 8 ore per attività di volontariato aziendale organizzate dall’azienda presso la Cooperativa Comin. Sono diverse le attività che i “Nhooders” hanno la possibilità di svolgere e che sono previste dal Patto. Tra queste, le attività in favore degli anziani della Casa del Tempo, l’impegno al fianco dei minori del Centro diurno Filo di Arianna, oppure dei giovani con lievi disabilità del progetto Deltaplano o, ancora, con Soundbeam Syndicate, laboratorio musicale per ragazzi con disabilità.

Attività di artigianato nell’ambito del volontariato aziendale (fonte: Nhood Services Italy S.p.A).

Dall’avvio del Patto le attività e la loro missione sono state comunicate ai Nhooders, permettendo agli interessati di iscriversi. Ne parliamo anche con Lucia D’Arienzo, educatrice che presso la cooperativa sociale Comin segue le attività di volontariato aziendale. «I dipendenti dell’azienda che abbiamo incontrato sono stati fin da subito disponibili, con un occhio attento alle attività da svolgere. Alcune di queste erano a diretto contatto con i nostri utenti e ciò si è rivelato produttivo da tutti i punti di vista. Il centro diurno, ad esempio, ha dovuto aprire le porte a quelli che inizialmente erano sconosciuti ma che, una volta superata la fase iniziale, ha permesso la nascita di nuove relazioni che hanno portato a successivi momenti spontanei di socialità che non erano previsti dal Patto. Possiamo dire che le attività di volontariato aziendale avviate stiano rispecchiando appieno il nostro obiettivo di contaminarci a vicenda». In particolare, nel primo semestre, i Nhooders sono stati coinvolti in due macro-sessioni,  articolate in più attività e date, principalmente presso la sede della cooperativa Comin: un’attività di giardinaggio e la preparazione di una festa di quartiere insieme agli anziani della Casa del Tempo, alla quale hanno avuto la possibilità di prendere parte. «L’attività di volontariato aziendale ha avuto un effetto emulativo e moltiplicativo» racconta Natalya Geroldo. «Alcuni colleghi, inizialmente convinti di non avere le risorse o le capacità per contribuire a una causa comune come la cura del giardino, la pulizia del verde o l’interazione con anziani e bambini, hanno scoperto attraverso il volontariato l’interesse verso queste attività. Hanno inoltre trovato un modo per dare un contributo significativo e sentirsi arricchiti. Questo impegno individuale ha generato un effetto positivo, migliorando non solo la propria crescita personale, ma creando anche spazi di vita e opportunità per il quartiere». I dati nel complesso sono incoraggianti: dal secondo semestre dello scorso anno ad oggi, l’avvio delle attività di volontariato aziendale ha permesso l’incremento del tasso di partecipazione dei Nhooders, che ha superato il 36% della popolazione aziendale in sede, come confermano i dati di luglio 2024.

Tra collaborazione e partecipazione sul territorio: quali prospettive per il futuro?

Per Nhood dotarsi di uno strumento ufficiale come il Patto significa portare avanti in modo strutturato le proprie azioni sul territorio. Inoltre, come spiega Gaia Romani, «il Patto di collaborazione contribuisce a ridurre la frammentazione sul territorio e impegnarsi in attività che magari l’azienda avrebbe comunque realizzato, ma inserendole in una relazione più duratura insieme con l’Amministrazione comunale». Oggi il Patto si è dimostrato uno strumento efficace che ha aiutato a portare il più ampio concetto di volontariato a un altro livello: «prima di tutto ci ha permesso di creare un legame di fiducia duraturo nel contesto locale» spiega Natalya Geroldo «e inoltre di testare quali sono le attività che hanno un impatto sociale più forte nella nostra comunità».

Attività presso la Casa del Tempo, nell’ambito del volontariato aziendale (fonte: Nhood Services Italy S.p.A).

Sull’efficacia del Patto concorda Lucia D’Arienzo: «Siamo entusiasti della collaborazione con Nhood: dalle fasi di costruzione e scrittura del Patto con il Comune e l’azienda e delle successive attività avviate con i volontari non abbiamo, ad oggi, rilevato aspetti critici. Quella che è nata è una collaborazione costruita passo per passo, che rispecchia le esigenze di tutti. Io mi auguro che l’attività vada oltre i 18 mesi e che in futuro potremo sviluppare progettualità sempre più articolate sul territorio, che promuovano il concetto di corresponsabilità. Riteniamo che questa gestione possa realmente promuovere situazioni che tipicamente sono affidate al privato sociale, ma che possono essere a volte più efficaci se fatte attraverso una sinergia con le aziende».
Come definito dal Patto, ogni sei mesi si prevede la redazione di un report di monitoraggio strategico del volontariato, che permetterà di co-costruire e direzionare la strategia in modo da massimizzare il valore sociale: «La nostra idea per il futuro è di ampliare la rete di collaborazione oltre ai tre firmatari attuali, ovvero Nhood Services Italy S.p.A, Comune di Milano e Cooperativa Sociale Comin, coinvolgendo altre realtà locali per creare un valore sociale sempre maggiore e condiviso», prosegue Natalya Geroldo. «Sebbene siano trascorsi solo sei mesi dall’avvio del Patto, si sta già rivelando uno strumento efficace e siamo convinte che potrebbe essere uno strumento valido anche per altre realtà aziendali, fornendo una struttura per ottimizzare le attività di volontariato». Un struttura – aggiungiamo noi – in collaborazione con le istituzioni pubbliche.