Il progetto Retake Roma per una Comunità Solidale va oltre la semplice cura degli spazi pubblici: coinvolgendo persone fragili, il progetto promuove una cittadinanza attiva e solidale, in cui prendersi cura dei luoghi diventa un modo per rigenerare anche le persone.

Retake: la genesi e lo sviluppo

Il movimento Retake nasce grazie alla determinazione di Rebecca Spitzmiller, una cittadina americana residente a Roma. Stanca del degrado del suo quartiere, Rebecca ha iniziato a pulire la strada e i muri vicino casa, coinvolgendo suo figlio e degli amici. Questo gesto ha ispirato la creazione di un movimento più ampio, Retake, volto alla cura degli spazi pubblici e alla promozione di una cittadinanza attiva, una “rivoluzione gentile” come è stata definita.

Con il supporto di altre persone come Lory Hickey e Paola Carra, Retake si è strutturato coinvolgendo sempre più persone e istituendo gruppi locali per operare in vari quartieri di Roma.

Con la presidenza di Simone Vellucci, il movimento ha visto un incremento della partecipazione, soprattutto tra i giovani, e si è formalizzato come associazione.

Dall’esigenza di essere maggiormente presenti con le attività in più quartieri differenti ed in modo più capillare è dipesa l’istituzione dei gruppi di quartiere (ad oggi circa 60), in modo da radicarsi sui diversi “territori” romani e per meglio organizzare i molti volontari creando sinergie con le altre organizzazioni limitrofe.
Retake Roma nel tempo è diventato un Ente del Terzo Settore, registrato al RUNTS – Registro Unico Nazionale Terzo Settore, e ha ampliato la sua presenza, ad oggi, in 57 città italiane. Per coordinare meglio tutti i gruppi delle diverse città italiane divenuti numerosi è stata successivamente (2022) creata la Fondazione Retake, anch’essa iscritta al RUNTS.
Una “svolta” alla visibilità di Retake è nata da una evoluzione “tecnologica”, con caratteristiche strategiche e risvolti organizzativi, con impatti sul controllo quantitativo e statistico degli eventi organizzati quotidianamente a livello nazionale e locale, grazie all’App Retake, un tool fruibile da smart phone e da computer, nella quale vengono inseriti e resi visibili tutti gli appuntamenti Retake organizzati da tutti i gruppi locali in tutta l’Italia.

Retake per una comunità solidale: gli inizi

Nel 2020, con l’avvento della pandemia, Retake Roma ha dovuto rallentare le sue attività ma ha sviluppato un’anima solidale, evidenziata dalla creazione del progetto “Retake per una Comunità Solidale” (qui il video di presentazione del progetto).

Questo progetto ha l’obiettivo di affrontare le nuove fragilità sociali evidenziatesi durante la pandemia, attraverso attività di inclusione sociale e la cura dei beni comuni. Si è iniziato con il confezionamento e la distribuzione di generi essenziali per le persone fragili in difficoltà economica ed operativa. Un ulteriore sviluppo ha preso vita nel rione Monti, specificamente nel Parco di Colle Oppio, allora in grave degrado.
I volontari di Retake Roma, insieme ad altre associazioni e persone fragili (disoccupati, senzatetto, immigrati), si sono impegnati nel restituire bellezza e fruibilità al parco (qui, il video dimostrativo).

Il progetto, nato e sviluppatosi con l’impegno e la dedizione di Marina Peci, Raffaele Malizia e Giuseppe Romiti, ha avuto un forte impatto, non solo migliorando le condizioni fisiche dei luoghi, ma anche creando una rete di solidarietà tra i partecipanti ed intorno ad essi. Questi ultimi non sono stati semplici beneficiari dell’aiuto, ma veri protagonisti del cambiamento, trovando dignità e speranza attraverso la partecipazione attiva. Molti di loro, dopo aver preso parte alle attività e aver frequentato corsi di formazione professionale e di lingua italiana, sono riusciti a reinserirsi nel mondo del lavoro.
Il progetto Retake Solidale si è esteso ad altre zone di Roma, come San Lorenzo, un quartiere con diverse criticità. Anche qui è stato firmato un protocollo d’intesa tra varie associazioni, dimostrando l’efficacia del modello collaborativo di Retake. In tre anni, il progetto ha visto la partecipazione di numerosi gruppi territoriali e associazioni, come Caritas, JNRC (Joel Nafuma Refugee Center) e altri, creando un ecosistema solidale.
Al di là dei numeri, pure importanti, il progetto ha prodotto risultati molto significativi su più fronti:

  • ha sviluppato la cura costante delle aree sopra citate, restituendo bellezza ai luoghi abbandonati all’incuria e consentendone una rinnovata fruizione a residenti, turisti, persone di passaggio;
  • ha creato nuove sensibilità nei residenti e una nuova propensione alla partecipazione, che si è manifestata anche attraverso le donazioni (sia in denaro contante, sia attraverso la piattaforma proprietaria di fundraising Retake);
  • ha consentito, attraverso un fare concreto, di sviluppare sinergie e reti non solo con i soggetti firmatari del protocollo di intesa, ma con altre realtà territoriali e altre associazioni che hanno arricchito in corso d’opera il progetto.

Altra valenza rilevante è stata quella di costituire una Rete di Associazioni e soggetti Istituzionali che hanno partecipato alle diverse iniziative creando un “ecosistema solidale” con funzioni complementari e sinergiche, dimostrando che un cambiamento di atteggiamento ed una evoluzione della comunità locale e sociale è possibile.
Le associazioni coinvolte sono state: Caritas, SO.R.TE APS, Margherone fa Cose, ReteScuoleMigranti, La Compagnia degli Ultimi, Fondazione ENGIM, MASPRO Consulting, Portici aperti, JNRC- Joel Nafuma Refugee Center, BINARIO 95, Il Tulipano Bianco, Parrocchie di San Martino ai Monti e di San Tommaso Moro, Vitattiva, Esercito della Salvezza, Suore Operaie, Guscio di Noce; mentre i soggetti istituzionali che hanno contribuito alla realizzazione sono stati: Comune Roma Capitale, Municipio I e II, Assessorati alle politiche sociali, Servizi Sociali, Istituto Bollea, Ente Parco degli Acquedotti, Ministero della Giustizia.

La cura dei luoghi non può prescindere dal prendersi cura delle Persone che quei luoghi li vivono.
I nostri Retake (è diventato un neologismo ndr) sono principalmente eventi sociali in cui le persone più disparate si incontrano e condividono attività fisiche differenti che hanno lo scopo di rendere migliore il luogo rispetto alla condizione iniziale. Questo agire concreto rende i partecipanti soddisfatti e li fa sentire utili, restituisce senso all’essere Cittadini Attivi. Lavorare in gruppo con atteggiamento inclusivo, e leggero, consente ai partecipanti di creare una comunità, un senso di famiglia.

Retake per una comunità solidale: il progetto attuale 2024-2025

Nel 2023, Retake Roma ha vinto, tramite bando, un finanziamento dall’otto per mille della Chiesa Valdese, permettendo di avviare il progetto 2024-2025. Questo terzo ciclo si concentra sull’inclusione sociale di persone in difficoltà, selezionate e segnalate da enti come Caritas, parrocchie e servizi sociali. I beneficiari parteciperanno ad attività di cura del territorio e seguiranno percorsi di formazione, con l’obiettivo di rafforzare la loro autostima e integrarli nel tessuto sociale. Saranno organizzati 60 eventi di quartiere e alla fine del progetto saranno segnalati per eventuali opportunità di lavoro.

La differenza con le precedenti edizioni sperimentali consiste in un maggiore coinvolgimento nel numero di gruppi territoriali di Retake Roma e una conseguente diversificazione dei territori su cui effettuare gli interventi.

Una specifica attenzione sarà riservata alla creazione di un legame di gruppo e di un rafforzamento dell’autostima dei beneficiari in un contesto informale ed amichevole di cittadinanza attiva, che potrà comprendere anche semplici occasioni di condivisione conviviale (semplici pasti di fine evento), nell’ambito dei quali i beneficiari avranno una opportunità di interazione e integrazione sociale che potrà andare di pari passo con la presa di coscienza dell’utilità del proprio contributo nella cura del territorio. Ciò si accompagnerà all’inserimento dei candidati in percorsi di formazione teorica e addestramento pratico (giardinaggio ed uso degli attrezzi meccanici e, per gli stranieri, lingua italiana) con rilascio di attestati di frequenza. Saranno svolte lezioni teoriche, ma l’approccio scelto per l’intervento di formazione privilegerà l’impegno “sul campo” per l’addestramento all’uso degli attrezzi. Per lo svolgimento dei corsi, si darà incarico a qualificati e riconosciuti operatori del settore che rilasceranno certificazioni delle competenze apprese al fine di dare concretezza e una “spendibilità” alle competenze acquisite, che consentano di elevare la loro condizione di precarietà e di scarsa capacità di comunicazione verbale in lingua italiana.

Sviluppi futuri

Retake Roma conta di consolidare le relazioni tra le associazioni locali e di stipulare Patti di Collaborazione con le Istituzioni Pubbliche per ampliare ulteriormente l’impatto del progetto.
Abbiamo l’ambizione che questo modello progettuale possa essere copiato ed esportato in tutte le realtà italiane, utilizzando lo strumento dei Patti di collaborazione, per accogliere e riscattare a nuova e più consapevole vita le tante persone fragili che sono presenti nei contesti urbani e non solo.
Il progetto Retake Roma per una Comunità Solidale va oltre la semplice cura degli spazi pubblici: coinvolgendo persone fragili, il progetto promuove una cittadinanza attiva e solidale, in cui prendersi cura dei luoghi diventa un modo per rigenerare anche le persone.
L’impegno di Retake si fonda sulla convinzione che, attraverso la cura dei beni comuni, si possa riscoprire il valore della bellezza, sia dei luoghi che delle persone.
Questo progetto consente all’associazione Retake di mostrare che esiste una dimensione altra dal semplice occuparsi dei luoghi, pulirli e restituire decoro e bellezza, nell’ambito della quale il coinvolgimento delle persone, specialmente quelle fragili ed emarginate, è la condizione che consente di attivare il senso di comunità, condivisione e cittadinanza che non può prescindere dagli altri esseri umani.
La principale motivazione e spinta per proseguire ed estendere questo progetto nasce dalla convinzione che chi partecipa ha la possibilità di riprendere la sua vita in mano, passando per la cura dei luoghi e per la restituzione di bellezza. Lo svolgimento di queste attività “magicamente” consente loro di riverberare su se stessi questo senso di cura, rendendoli consapevoli della loro unicità e bellezza.
Questa “magia” è capitata diverse volte con alcuni dei partecipanti alle edizioni “sperimentali”.
Un caso emblematico e simbolo dei tanti è quello di Marco, persona segnalata dai servizi sociali del primo Municipio.

Marco si è presentato senza aspettative e preclusioni e ha cominciato a frequentare i nostri Retake, inizialmente senza comprenderne il senso. Con il tempo questa partecipazione ha consentito a lui una “nuova nascita” e una consapevolezza della bellezza della sua persona, donando a tutti noi la sua passione, la sua stupenda semplicità ed allegria, il suo senso pratico. Marco rappresenta il senso di questo progetto.
Questa è la frase, estrapolata da un contesto più complesso e storicamente eclatante, che ci motiva profondamente: “chi salva una vita salva il mondo intero”.

Stefano Bani – Consiglio Direttivo Retake Roma

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L’immagine di copertina e quelle presenti nel corpo del testo sono state condivise da Stefano Bani.